Istituto d’Istruzione Superiore ”Elena Principessa di Napoli”
23 marzo 2017
La scuola si presenta:
La nostra scuola è il risultato dello sviluppo di una serie di realtà educative precedenti presenti nel territorio reatino fin dalla seconda meta del XIX secolo, quando l’area reatina ricadeva ancora nella giurisdizione della regione Umbra. Il 20 gennaio 1872 fu inaugurata a Rieti, presso il Convitto San Benedetto, la Scuola Normale Femminile diretta da Suor Teresa Roselli, delle Maestre Pie Venerini, docente di lettere italiane. Per il grande impegno di Suor Teresa la scuola passò parificata con decreto ministeriale del 2 maggio 1886 per il grado inferiore e il 16 dicembre 1894, per quello superiore. Il 22 maggio 1898 la solerte direttrice otteneva che la scuola fosse intitolata ad Elena Principessa di Napoli. Dal 1909 era divenuto direttore il prof. Costanzi, che ricopriva anche la carica di Assessore comunale alla Pubblica Istruzione. Per due anni svolse questo incarico senza alcuna retribuzione, come ricordano le cronache del tempo.
La sede che oggi ospita l’Istituto Magistrale venne inaugurata il 13 giugno 1926, nel corso di una solenne cerimonia alla quale partecipò il capo del Governo Mussolini e il Ministro della Pubblica Istruzione Federzoni. Il Palazzo degli studi, oggi come allora, ospita, insieme alla nostra scuola, il Liceo Classico “M.T. Varrone”. L’Istituto Magistrale “Elena Principessa di Napoli” ha attraversato varie fasi nell’ultimo ventennio, dal passaggio dall’ex Istituto Magistrale alla Scuola con le Sperimentazioni Brocca con i tre Licei Socio-Psico-Pedagogico Linguistico e Scienze Sociali, anche ad indirizzo musicale, per approdare, nell’ambito della cosiddetta “Riforma Gelmini”, ai quattro Licei attivati al suo interno: Liceo delle Scienze umane, Liceo delle Scienze Umane opzione economico sociale, Liceo Linguistico e Liceo Musicale e Coreutico – sezione Musicale, giunto quest’ultimo al terzo anno di corso.
Il ruolo delle Istituzioni risulta fondamentale nel tutelare, progettare, costruire e difendere il bene comune, unico riferimento qualificante l’azione e l’intervento sociale a qualsiasi livello di operatività e significato. Il bene comune non rimane certamente circoscritto alla sfera materiale, concreta e pragmatica dell’agire umano, si estende a qualsiasi prodotto dell’ingegno e della creatività umana, ovvero ai sistemi di significato, agli ambienti e agli orizzonti culturali in cui l’uomo vive e opera. L’istituzione scolastica è chiaramente coinvolta in questa dinamica come soggetto particolarmente interessato, perché inserito e attento a curare sia la conoscenza e la valorizzazione del contesto locale, che la cura al futuro prossimo dei giovani. La scuola, quindi, per sua natura, è chiamata ad affrontare sfide educative di grande valore, favorendo rapporti reciproci tra il vicino e il lontano, tra il centro e la periferia, sia preoccupandosi di tramandare la storia del territorio e le sue specificità mediante la sua azione formativa, che aprendo i soggetti che abitano il territorio stesso, a nuove prospettive, in vista di una sintesi virtuosa tra talenti, attitudini, interessi particolari e opportunità locali, nazionali e internazionali.
Il Dirigente Scolastico, prof.ssa Gerardina Volpe:
Il ruolo delle Istituzioni risulta fondamentale nel tutelare, progettare, costruire e difendere il bene comune, unico riferimento qualificante l’azione e l’intervento sociale a qualsiasi livello di operatività e significato. Il bene comune non rimane certamente circoscritto alla sfera materiale, concreta e pragmatica dell’agire umano, si estende a qualsiasi prodotto dell’ingegno e della creatività umana, ovvero ai sistemi di significato, agli ambienti e agli orizzonti culturali in cui l’uomo vive e opera. L’istituzione scolastica è chiaramente coinvolta in questa dinamica come soggetto particolarmente interessato, perché inserito e attento a curare sia la conoscenza e la valorizzazione del contesto locale, che la cura al futuro prossimo dei giovani. La scuola, quindi, per sua natura, è chiamata ad affrontare sfide educative di grande valore, favorendo rapporti reciproci tra il vicino e il lontano, tra il centro e la periferia, sia preoccupandosi di tramandare la storia del territorio e le sue specificità mediante la sua azione formativa, che aprendo i soggetti che abitano il territorio stesso, a nuove prospettive, in vista di una sintesi virtuosa tra talenti, attitudini, interessi particolari e opportunità locali, nazionali e internazionali.