Giovani al Sud più fatalisti e orientati al problema rispetto al Nord
Lo studio “Giovani e Carriere – Le caratteristiche personali importanti nelle scelte educative e professionali”, è stato presentato a Roma, presso l’Ufficio d’Informazione in Italia del Parlamento Europeo
Gli studenti del Sud si percepiscono significativamente più autoefficaci rispetto a quelli del Nord e del Centro. I ragazzi del Sud, inoltre, sembrano sviluppare un duplice atteggiamento: mentre da una parte ritengono di essere autoefficaci, dall’altra si difendono da eventuali insuccessi, spesso causati dai limiti delle circostanze socioculturali, mantenendo un atteggiamento per così dire fatalista, considerando inoltre gli eventi più come il risultato di cause esterne che delle loro scelte o azioni. Sono inoltre più ottimisti rispetto ai ragazzi del Nord facendo maggiormente ricorso a strategie di orientamento trascendente. Questa l’istantanea sui diplomandi italiani emersa dal III Rapporto nazionale della Fondazione Italia Orienta: “Giovani e Carriere – Le caratteristiche personali importanti nelle scelte educative e professionali”.
“Se volessimo provare a interpretare questi dati alla luce dei fattori socioculturali, potremmo immaginare che i ragazzi del Sud, che vivono tendenzialmente realtà più problematiche e spesso meno agiate, in virtù di questo sviluppino più precocemente delle spiccate risorse per farvi fronte, tra cui ad esempio una maggiore autoefficacia”, spiega Gianluca Ficca, direttore del coordinamento didattico della Fondazione Italia Orienta.
I ragazzi del Nord, invece, pur restando nei parametri di assertività come i ragazzi del Sud, hanno punteggi più vicini alla passività, utilizzando più spesso strategie di evitamento e dimostrandosi più inclini a considerare le proprie scelte, piuttosto che le cause esterne, come il motore degli eventi di vita.
Rispetto alla tipologia di scuola, emerge come dato interessante la presenza di buone risorse individuali negli studenti di tutti gli Istituti, inclusi i tecnici e i professionali. “La globalità dei risultati in funzione della tipologia di Istituto – conclude Ficca – consente di ipotizzare che l’accesso all’istruzione superiore sia oggi più e meglio guidato dalle reali motivazioni dello studente che non da un sistema di credenze sui requisiti necessari a frequentare un certo tipo di scuola” (es: liceali più studiosi, tecnici-professionali più indisciplinati e con minore competenze ecc…).