Esame di Maturità, la terza prova scritta è proposta dalla Commissione interna

A differenza della prima e della seconda, i contenuti della terza prova non sono scelti dal Miur, ma dalle singole Commissioni d’esame. Si tratta quindi di una prova “personalizzata”, decisa anche in base al percorso didattico seguito dai singoli istituti.
Le commissioni si riuniscono per decidere modalità, compresa la durata della prova, materie (non più di 5) e argomenti a partire da metà maggio e hanno tempo fino al giorno precedente la prova, che in genere si tiene il primo lunedì dopo l’inizio dell’Esame di Stato, quindi, per quest’anno il 26 giugno, per modificarla.
Proprio grazie alla personalizzazione e alla possibilità di modifica fino a poche ore prima del suono della campanella, molti docenti condividono con i propri studenti alcune indicazioni sullo svolgimento della prova, comprese “dritte” su quali argomenti ripassare meglio di altri. Questa, tuttavia, non è una regola fissa, per cui possono capitare casi in cui vi troverete a scoprire il contenuto delle domande solo a prova iniziata.
COSA POTETE TROVARE?
• Trattazione sintetica: un massimo di 5 argomenti in diverse discipline da analizzare in maniera estremamente sintetica. La commissione d’Esame, in questo caso, indica la lunghezza massima della risposta.
• Quesiti a risposta singola: 10 – 15 domande su argomenti riguardanti uno o più materie. L’obiettivo è quello di accertare la conoscenza e i livelli di competenza raggiunti dai maturandi. Per ciascuna domanda, la commissione dovrebbe indicare l’estensione massima della risposta (numero di righe o parole).
Quesiti a risposta multipla: 30 – 40 domande con diverse opzioni di risposta già predisposte. Il candidato dovrà scegliere quella corretta. I quesiti a risposta multipla possono essere presentati anche sotto forma di risposta chiusa.
• Problemi a soluzione rapida: non saranno più di 2. Chiaramente vengono studiati in relazione allo specifico indirizzo di studi e alle esercitazioni svolte durante il corso dell’anno.
• Analisi di casi pratici: un massimo di 2 veri e propri case studies, esattamente come quelli
già analizzati durante il corso dell’anno. Questa tipologia di prova, infatti, deve essere in correlazione con quanto previsto dai piani di studio e con le esperienze acquisite dai candidati. Fate bene attenzione: ricordate che la trattazione di un caso pratico professionale può richiedere l’utilizzo di conoscenze appartenenti a diverse discipline e coinvolgere, quindi, più materie.
• Sviluppo progetti: una prova specifica per gli Istituti tecnici e professionali che richiede ai candidati di sviluppare un progetto in cui utilizzare competenze acquisite in diversi ambiti disciplinari. In alternativa, ai maturandi potrebbe essere chiesto di esporre un’esperienza di laboratorio, la descrizione di procedure di misurazione o anche quella di un collaudo di apparati e impianti.