Le abilità acquisite nei percorsi di educazione formale, non formale ed informale, rappresentano un bagaglio speciale e unico che connota il nostro vissuto e la nostra personalità., fornendo e un quadro sintetico di chi siamo, cosa abbiamo realizzato e in quale direzione ci muoviamo.
L’insieme di conoscenze teoriche ed abilità tecnico-pratiche è raccolto nel termine competenza.
Delle caratteristiche e significati della competenza molti e svariati contributi le hanno definite come il valore aggiunto che permette ad un individuo di presentarsi in maniera completa al mercato del lavoro, il biglietto da visita da portare con sè, ma anche un capitale su cui investire, efficace solo se continuamente rigenerato e ampliato.
Dato il valore intrisenco delle competenze, acquista un’ importanza rilevante ai fini del mercato del lavoro e della formazione, l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, del Decreto Legislativo sul sistema nazionale di certificazione delle competenze:
Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, a norma dell’articolo 4, commi 58 e 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92. 8(11 gennaio 2013)
Il “pacchetto di innovazioni” per la crescita dei livelli di istruzione e formazione delle persone adulte, in linea con le direttive europee, ora può dirsi completo.
Il decreto legislativo sulla certificazione delle competenze ha l’obiettivo di consentire al maggior numero di persone in cerca di prima occupazione, giovani in particolare, di far emergere e crescere le competenze acquisite in tutti i contesti: sul lavoro, nella vita quotidiana e nel tempo libero, finora poco valorizzate.
Il provvedimento, prevede la certificazione degli apprendimenti “non formali” accanto alle competenze formali acquisite a scuola e all’università.
Questo significa che gli apprendimenti sul luogo di lavoro, nel tempo libero, nel contesto socio-familiare, saranno considerati spendibili e potranno fare la differenza nella ricerca di un impiego.
Ad una condizione: le competenze informali dovranno essere ricomprese in un repertorio nazionale, consultabile per via telematica.
Negli attestati e i certificati spendibili a livello europeo, oltre ai dati anagrafici della persona, saranno indicate le competenze acquisite (indicando per ciascuna di esse almeno la denominazione, il repertorio e le qualificazioni di riferimento); e i dati relativi alle modalità di apprendimento.
Se queste modalità sono “formali” si indicheranno le informazioni essenziali relative al percorso formativo e alla valutazione.
Nel caso in cui invece l’apprendimento provenga da contesti “non formali o informali” saranno da indicare i dati essenziali relativi all’esperienza svolta.