A sottolinearlo il III rapporto nazionale Italia Orienta “Giovani e Carriere – Le caratteristiche personali importanti nelle scelte educative e professionali”, presentato a Roma, presso l’Ufficio d’Informazione in Italia del Parlamento Europeo
Quanto conta la propria personalità nelle scelte professionali e nel corso della carriera? sembra davvero tanto. Lo spiegheranno gli esperti di Italia Orienta guidati dal prof. Gianluca Ficca, nella presentazione del terzo rapporto della Fondazione educativa e di orientamento.
I ragazzi italiani sono ottimisti e convinti dei propri mezzi, i maschi più delle femmine, al Sud più che al Nord, incluso gli studenti degli istituti tecnici, non inferiori ai coetanei dei licei. A certificarlo come detto è il III Rapporto nazionale della Fondazione Italia Orienta dal titolo “Giovani e Carriere – Le caratteristiche personali importanti nelle scelte educative e professionali”.
Il rapporto è stato elaborato sulla base dei dati raccolti durante l’Educational Tour 2015-2016, che ha coinvolto migliaia di studenti delle scuole superiori di tutta Italia. Tappa dopo tappa, i ragazzi hanno risposto alle domande di una batteria di questionari, usati allo scopo di analizzare una serie di fattori individuali, come l’ottimismo, l’autoefficacia e l’assertività (ovvero la capacità di esprimere chiaramente e perseguire i propri bisogni), che saranno decisivi nelle prossime scelte di carriera dei ragazzi.
Ecco, dunque, che gli studenti degli istituti tecnici risultano altrettanto convinti dei propri mezzi e sicuri di sé rispetto a chi sta frequentando il liceo, mentre meno “autoefficaci” appaiono gli studenti degli indirizzi professionali. Non senza una certa sorpresa, gli studenti meridionali mostrano una migliore “autoefficacia” rispetto ai colleghi del Nord Italia, così come i maschi hanno più fiducia in sé rispetto alle femmine.
Non mancano, per fortuna i motivi di riscossa per gli alunni dei licei: quando si tratta di fronteggiare situazioni complesse, infatti, si dimostrano più duttili e più in grado di gestire l’ansia e lo stress.
“Se vogliamo orientare bene i nostri giovani abbiamo bisogno di conoscerli meglio e di valutarne le caratteristiche personali. Attraverso le ricerche, abbiamo più elementi e informazioni per costruire la didattica orientativa e più in generale le politiche attive richiamate oramai in ogni sede istituzionale e non più differibili”, spiega Mariano Berriola, presidente della Fondazione Italia Orienta.