Alla 19esima giornata nazionale di Orientagiovani, manifestazione promossa da Confindustria (con iniziative in altre 90 città italiane) per avvicinare gli studenti al mondo dell’impresa, emerge con forza la necessità di una solida formazione tecnica per i giovani.
Come dimostra un’elaborazione di Confindustria su dati Istat – all’andamento del Pil: quando crescono gli iscritti agli istituti tecnici (il picco è stato raggiunto alla fine degli anni Ottanta), aumenta il Pil e, in particolare, il valore aggiunto manifatturiero.
«Se l’Italia è ancora il secondo Paese manifatturiero in Europa, nonostante la mancanza di materie prime, gli alti costi energetici, la burocrazia opprimente e gli scarsi investimenti in infrastrutture – ha sottolineato il presidente di Confindustria, Squinzi – il merito è della materia grigia che è nelle nostre teste, e soprattutto in quelle dei giovani».
Squinzi- che ha premiato le tre aziende vincitrici del premio nazionale Orientagiovani – ha ribadito di credere “fortissimamente” nei giovani e nelle loro capacità: «E infatti da quando ho accettato la guida di Confindustria – ha detto – sto progressivamente cedendo ai miei figli la gestione del gruppo industriale di famiglia, gruppo che peraltro da sempre assume soprattutto giovani».
«Noi adulti abbiamo bisogno di voi, della vostra competenza, della vostra creatività, del vostro entusiasmo», ha aggiunto Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria, ricordando gli studendi del “suo” Sud che organizzano incontri sulla legalità, stimolando intere comunità di adulti impauriti dalle mafie, o che progettano robot con i loro docenti (all’istituto tecnico Archimede di Catania) e rappresentano così l’Italia nel mondo.
«Noi imprenditori faremo tutto il possibile per aprirvi la strada e sbloccare l’ascensore sociale – ha affermato Lo Bello – ma dobbiamo parlarci e vivere insieme questo momento di difficoltà del paese, senza accuse reciproche e senza comodi alibi». E se Lo Bello invita i giovani a non preoccuparsi del futuro e a costruire il presente, Antonella Mansi consiglia di non cedere alle sirene dell’omologazione: «Nella vita ciascuno deve trovare il proprio motore», dice.
Dalle aziende, sono preferite le lauree specialistiche a quelle triennali e prevale l’area economica e ingegneristica; in partiolare, gli indirizzi tecnico-scientifici, sono particolarmente richiesti.